Because of its precarious structural conditions, since the end of the seventeenth century the church of San Domenico in Ravenna underwent a radical reconstruction and, subsequently, the associated accessory spaces; among these: the renowned Chapel of the «Santissimo Rosario» and the prestigious sanctuary of the «Santissimo Crocifisso». The commission was initially entrusted to the chamber architect Giovan Battista Contini (1642-1723), already active in several peripheral centres of the Papal State. Nonetheless, the Dominicans also consulted a local operator: Francesco Saverio Cicognini. The drawings of one and the other were compared and, recognized the qualities of the Roman elaborate but - at the same time - the opportunity to exploit the pragmatism and the technical expertise of the master builder, the friars decided to mediate the first project with the second. From this moment on, the construction proceeded quickly with the contribution of many Romagna professionals of that time including Girolamo Bertos, Giovan Francesco Buonamici (1692-1758) and Domenico Barbiani (1714-1777) who, hired to oversee the modernization of the sanctuary, diligently noted the story of the new sacred building with graphs of each of the proposals advanced: a valuable documentation useful to understand the history of the factory as well as to deepen the idea of «modern renovation» during the first half eighteenth century.

Per via delle sue precarie condizioni strutturali, fin dalla fine del XVII secolo la chiesa ravennate di San Domenico – risalente a circa 1269 – fu oggetto di una radicale opera di ricostruzione che interessò tanto la facies interna del manufatto quanto, successivamente, gli ambienti alla stessa afferenti; fra questi: la rinomata Cappella del Santissimo Rosario e il prestigioso santuario del Santissimo Crocifisso. L’incarico venne inizialmente affidato all’architetto camerale Giovan Battista Contini (1642–1723), già attivo in diversi centri periferici dello Stato Pontificio. Ciò nondimeno, i religiosi consultarono anche un operatore locale di nome Francesco Saverio Cicognini. I disegni dell’uno e dell’altro furono paragonati e, riconosciute le qualità dell’elaborato romano ma – al contempo – l’opportunità di affidarsi alla pragmaticità e perizia tecnica del capomastro, si stabilì di eseguire il primo progetto con la mediazione però del secondo. Di qui, il cantiere procedette rapido con l’apporto di molteplici professionisti romagnoli dell’epoca fra cui Girolamo Bertos, Giovan Francesco Buonamici (1692–1758) e Domenico Barbiani (1714–1777). E fu proprio quest’ultimo che, nell’ambito dei lavori di sistemazione del santuario, annotò diligentemente la vicenda della costruzione del nuovo edificio sacro corredandola dei grafici di ciascuna delle proposte avanzate: una documentazione preziosa tanto per comprendere la storia della fabbrica quanto per studiare i numerosi rinnovamenti ‘alla moderna’ in atto a partire dal primo Settecento in tutto lo Stato della Chiesa.

Una provincia ‘alla moderna’ o quasi. Il rinnovamento settecentesco della chiesa di San Domenico di Ravenna / Benincampi, Iacopo. - In: BOLLETTINO D'ARTE. - ISSN 0394-4573. - STAMPA. - VII/32(2016), pp. 41-60.

Una provincia ‘alla moderna’ o quasi. Il rinnovamento settecentesco della chiesa di San Domenico di Ravenna

Iacopo Benincampi
2016

Abstract

Because of its precarious structural conditions, since the end of the seventeenth century the church of San Domenico in Ravenna underwent a radical reconstruction and, subsequently, the associated accessory spaces; among these: the renowned Chapel of the «Santissimo Rosario» and the prestigious sanctuary of the «Santissimo Crocifisso». The commission was initially entrusted to the chamber architect Giovan Battista Contini (1642-1723), already active in several peripheral centres of the Papal State. Nonetheless, the Dominicans also consulted a local operator: Francesco Saverio Cicognini. The drawings of one and the other were compared and, recognized the qualities of the Roman elaborate but - at the same time - the opportunity to exploit the pragmatism and the technical expertise of the master builder, the friars decided to mediate the first project with the second. From this moment on, the construction proceeded quickly with the contribution of many Romagna professionals of that time including Girolamo Bertos, Giovan Francesco Buonamici (1692-1758) and Domenico Barbiani (1714-1777) who, hired to oversee the modernization of the sanctuary, diligently noted the story of the new sacred building with graphs of each of the proposals advanced: a valuable documentation useful to understand the history of the factory as well as to deepen the idea of «modern renovation» during the first half eighteenth century.
2016
Per via delle sue precarie condizioni strutturali, fin dalla fine del XVII secolo la chiesa ravennate di San Domenico – risalente a circa 1269 – fu oggetto di una radicale opera di ricostruzione che interessò tanto la facies interna del manufatto quanto, successivamente, gli ambienti alla stessa afferenti; fra questi: la rinomata Cappella del Santissimo Rosario e il prestigioso santuario del Santissimo Crocifisso. L’incarico venne inizialmente affidato all’architetto camerale Giovan Battista Contini (1642–1723), già attivo in diversi centri periferici dello Stato Pontificio. Ciò nondimeno, i religiosi consultarono anche un operatore locale di nome Francesco Saverio Cicognini. I disegni dell’uno e dell’altro furono paragonati e, riconosciute le qualità dell’elaborato romano ma – al contempo – l’opportunità di affidarsi alla pragmaticità e perizia tecnica del capomastro, si stabilì di eseguire il primo progetto con la mediazione però del secondo. Di qui, il cantiere procedette rapido con l’apporto di molteplici professionisti romagnoli dell’epoca fra cui Girolamo Bertos, Giovan Francesco Buonamici (1692–1758) e Domenico Barbiani (1714–1777). E fu proprio quest’ultimo che, nell’ambito dei lavori di sistemazione del santuario, annotò diligentemente la vicenda della costruzione del nuovo edificio sacro corredandola dei grafici di ciascuna delle proposte avanzate: una documentazione preziosa tanto per comprendere la storia della fabbrica quanto per studiare i numerosi rinnovamenti ‘alla moderna’ in atto a partire dal primo Settecento in tutto lo Stato della Chiesa.
Giovan Battista Contini; Ravenna; San Domenico; Settecento; Stato Pontificio; Giovan Francesco Buonamici; Domenico Barbiani
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Una provincia ‘alla moderna’ o quasi. Il rinnovamento settecentesco della chiesa di San Domenico di Ravenna / Benincampi, Iacopo. - In: BOLLETTINO D'ARTE. - ISSN 0394-4573. - STAMPA. - VII/32(2016), pp. 41-60.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1112787
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